STOP A PLASTICHE NON COMPOSTABILI

Venerdì 14 Gennaio si segna un passo decisivo verso la messa al bando delle plastiche usa e getta, non biodegradabili e non compostabili. Entrerà in vigore infatti in Italia e in Europa la direttiva (Ue) 2019/904 sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, meglio nota come direttiva Sup (Single Use Plastic) approvata in via definitiva lo scorso 4 Novembre dal Consiglio dei Ministri.

La direttiva mette al bando alcuni prodotti in plastica monouso, quali posate e piatti di plastica, cannucce, cotton fioc, agitatori per bevande, aste per palloncini, contenitori per alimenti e per bevande o tazze in polistirene espanso.

Il divieto non riguarda solo la produzione e l’uso di questi prodotti nella gastronomia o nella ristorazione d’asporto, ma anche la loro commercializzazione da parte di supermercati e negozi.

Il decreto italiano però presenta delle importanti differenze rispetto al testo europeo: sono esentati infatti dal divieto tutti quei prodotti che hanno rivestimenti in materiale plastico in quantità inferiore al 10% del peso dell’articolo (come per esempio i bicchieri di carta con una piccola quota di plastica) e gli articoli in plastica biodegradabile e compostabile, realizzati con almeno il 40% di materia prima rinnovabile (che salirà al 60% dal primo gennaio 2024).

Tali eccezioni però varranno solo per alcuni casi specifici: sarà possibile utilizzare questi prodotti monouso nelle mense e nelle strutture e residenze sanitarie o socio-assistenziali oppure in circostanze che vedano la presenza di un elevato numero di persone o, infine, nei casi in cui l’impatto ambientale del loro impiego sia ritenuto minore rispetto a quello delle alternative riutilizzabili.

Il decreto italiano al momento non prevede deroghe invece per le plastiche riciclate, argomento sul quale molte associazioni si sono già mosse e lamentato l’adozione di una linea troppo rigida da parte del Governo, visto che in Italia il comparto della produzione di articoli in plastica riciclata rappresenta un importante indotto per l’economia nazionale.

A chiunque immette sul mercato interno imballaggi privi dei requisiti di cui all’articolo 219, comma 5, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 euro a 25.000 euro

Al fine di consentire alle aziende di esaurire le scorte di prodotti non conformi già prodotti e/o acquistati alle disposizioni del decreto in esame, è consentita la messa a disposizione sul mercato dei prodotti in plastica in oggetto fino all’esaurimento delle scorte, a condizione che possa esserne dimostrata l’immissione sul mercato in data antecedente all’effettiva decorrenza degli obblighi previsti nei medesimi articoli.

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